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Lui, Lanfranco di Monfalco, ha combattuto a Zara e a Costantinopoli e per il suo coraggio è stato insignito del titolo di cavaliere. Ora possiede quello per cui ha combattuto: onore e ricchezza ma, forse, non è  ancora tutto.

A nessuno importava davvero del Santo Sepolcro e di altri luoghi sacri, neppure ai principi che guidavano i crociati alla guerra. Tutti erano partiti con uno scopo personale: c’erano assassini, ladri e fanatici, convinti che bastasse prendere in mano la spada e uccidere i nemici di Dio per ricevere il perdono, immaginando di trovare, un giorno, spalancate le porte del paradiso. E c’erano quelli come lui, che non credevano a niente e pensavano solo a far fortuna in territori che si diceva traboccassero d’oro.

Lei, Rosa Castrucci, figlia di un chierico, aveva fretta di crescere, di diventare bella e conquistare, un giorno, l’amore. Speranze calpestate dai predoni che, lungo la via per la Terrasanta, hanno ucciso i suoi cari e fatto lei schiava. Sogni svaniti il giorno in cui ha smesso di desiderare quello che, ormai, potrebbe soltanto farle male. Ma le speranze possono  davvero morire?

Da quel momento aveva smesso di sognare che le crescesse un seno rigoglioso e si era trovata a pregare di restare sempre piccola, magra e priva di attrattive. All’arrivo a Costantinopoli, dopo essere stata comprata da Akhun per i lavori di fatica, aveva continuato a radersi la testa, e quando il seno era sbocciato, aveva fatto in modo di nasconderlo, perché non voleva essere scoperta, desiderata, toccata… usata.

Due anime diverse che si incontreranno, si ameranno e daranno inizio a una dinastia.

Il racconto ha fatto parte dell’apprezzata antologia: “Il falco e la rosa”, pubblicata nel 2012 nella collana Classic di ‘I Romanzi Mondadori’.
 

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